Liturgia e preghiera
…appena sarà data la sveglia, si alzino senza indugio e si affrettino ad accorrere all'ufficio divino, superandosi l'un con l'altro (RB 22,6)
Per Benedetto la preghiera liturgica occupa una preminenza nell’ordinamento della giornata monastica.
È una priorità comunitaria che emerge a tratti in tutta la Regola e a cui nulla deve anteporsi.
Nihil Operi Dei praeponatur (RB 43,3)
Nella celebrazione dell’opus Dei la comunità si riconosce quale segno e realtà dell’Ecclesia orans (IGLH 24).
Signore, aprirai le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode (Sal 9,1)
In questo affidamento a Dio che apre la giornata e l’opus Dei, si evidenzia l’importanza del piano della grazia: è anzitutto opera di Dio, prima ancora che dell’uomo.
Culmine della preghiera liturgica è la celebrazione eucaristica.
La liturgia comunitaria dispone e viene preparata dall’ascolto della Parola di Dio praticato nella lectio divina. L’ascolto della Parola si prolunga nella preghiera silenziosa e si apre all’intercessione.
E convinciamoci che saremo esauditi non per l'abbondanza delle parole, ma per la purezza del cuore e la compunzione delle lacrime. Perciò la preghiera deve essere breve e pura, a meno che non sia prolungata da un fervore ispirato dalla grazia divina (RB 20,3-4)